Regine allo specchio. Emanuela Rolla nell’anima di Elisabetta I e Maria Stuarda

Photo: Isabella Verbi
Photo: Isabella Verbi

Mentre l’Inghilterra si accinge a festeggiare i 90 anni dell’attuale regina Elisabetta Windsor, non accenna a tramontare il fascino di due eroine d’Oltremanica di quasi mezzo millennio fa. Cugine di sangue, Elisabetta I Tudor e Maria Stuarda furono protagoniste nella seconda metà del Cinquecento di un’aspra contesa per il potere. Con la ragion di stato che prevalse sulle ragioni del sangue e del cuore.

In “Regine allo specchio” di Emanuela Rolla, Susanna Gozzetti e Silvia Biancalana, in questi giorni al Teatro Linguaggicreativi di Milano (fino al 10 aprile), ogni dettaglio è curato in modo maniacale. Emanuela Rolla, anima del progetto, in scena con Susanna Gozzetti, Cristina Pasino e Giulia Eugeni, crea un’opera che è il frutto di un’attenta ricostruzione storica e letteraria. Tutto è meditato e misurato, dal testo alla recitazione, dalla scenografia ai costumi, alle luci, alle musiche.

Le quattro attrici provenienti dal Teatro della Tosse e dallo Stabile di Genova, con una scena essenziale (due troni metallici e uno sfondo di tulle nero) rievocano sogni, ricordi, rimpianti, proiezioni di due sovrane che hanno fatto la storia. Elisabetta I, “regina vergine” figlia di Enrico VIII e Anna Bolena, dovette fronteggiare varie tensioni religiose e tentativi di congiura.
Maria Stuarda, sovrana di Scozia e consorte di Francesco II di Francia, regina d’Inghilterra per i legittimisti che non riconoscevano Elisabetta, tornò in Scozia alla morte del marito. Qui la attendeva lo scontro con la nuova religione calvinista. Rifugiata in Inghilterra, pensava di poter essere aiutata proprio da Elisabetta. Che invece la imprigionò per quasi vent’anni, e la fece giustiziare.

L’intero spettacolo è giocato sulla specularità. Ma qui la dualità raddoppia. Con l’aiuto di costumi hi-tech eleganti e mutevoli, le regine si trasformano in dame e viceversa, in un ribaltamento continuo dei ruoli che assume la struttura del chiasmo. Lo specchio simbolico è diaframma invisibile tra presente e passato, emblema della dialettica impenetrabile tra ragione e sentimento. È anche confine tra verità e apparenza, amplificato dallo sfondo di tulle scuro sulla seconda parete, che è prigione, anfratto, recesso della coscienza.

Le due regine sono l’una l’ossessione dell’altra. Il sottile intrico permette di svelarne rivalità e paure. Entrambe indugiano, riflettono, si confidano con le devote dame di compagnia. Colpisce la forza dei dialoghi, poetici e concreti, senza concessioni alla retorica e ai sentimentalismi.
Maria Stuarda è fragile e sognatrice. È ossessionata dal passato, ma sa trovare orgoglio e caparbietà. In prigione, rivede se stessa e gli errori commessi.
Elisabetta è una fine mente politica, intransigente anzitutto con se stessa. Per ambizione e responsabilità verso la nazione, ha rinunciato alla vita privata e all’amore. È forte e vincente, ma paga a prezzo altissimo le proprie scelte.

Il progetto di Emanuela Rolla parte da un’attenta documentazione. La scelta drammaturgica, né realistica né cronachistica, si nutre di sfumature psicanalitiche. Maria Stuarda, rinchiusa in una prigione reale, sa liberare le proprie emozioni; Elisabetta, pur in assenza di muri fisici, è ingabbiata nelle proprie inquietudini.

I dialoghi, naturalissimi, lambiscono la vita ordinaria. L’ambientazione è evocativa. Le due stanze sono create da effetti di luce. I troni, all’occorrenza, diventano inginocchiatoi. La mutazione calibrata di pochi dettagli basta a produrre movimento scenico.  Fantasie, proiezioni, un finale onirico di lacrime, ricordi e piume d’oca, permettono l’evasione da uno spazio potenzialmente claustrofobico.
Due colori, il bianco e il rosso, esprimono le distinte personalità delle sovrane. I costumi raffinati, con gorgiere e bustini, sono rivisitati in chiave contemporanea. Le musiche alternano classica e moderna, a scongiurare la didascalia e a esprimere, con energia contemporanea, il carattere robusto delle sovrane.

REGINE ALLO SPECCHIO
da un’idea di Emanuela Rolla
di Emanuela Rolla, Susanna Gozzetti, Silvia Biancalana
con Susanna Gozzetti, Emanuela Rolla, Cristina Pasino, Giulia Eugeni
scene e costumi: Isabella Ramondini realizzati presso L’altrodesign  – Genova

durata: 1h
applausi del pubblico: 3’

Visto a Milano, Teatro Linguaggicreativi, il 2 aprile 2016

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