C’è tempo fino al 31 marzo per iscriversi al Roma Fringe Festival 2012, prima edizione di una rassegna che ospiterà 54 compagnie di “teatro off”, 9 spettacoli al giorno per 23 giorni di teatro.
Un grande evento – questa l’intenzione – con tre aree palco, concerti, workshop e presentazioni. Il Roma Fringe Festival intende portare nella capitale, in un’area verde circoscritta, il festival nato nel 1947 a Edimburgo e che, dagli anni Settanta, ha conquistato le più grandi capitali europee.
Nel cuore di Roma, al centro del quartiere storico di San Lorenzo e accanto alla città universitaria, all’interno di Villa Mercede nascerà quindi il Parco del Teatro, sede del primo Roma Fringe Festival. Un luogo ricco di natura, cultura e svago. A disposizione del pubblico una biblioteca con convegni e presentazioni, tre palchi per lo svolgimento della manifestazione, un mercatino con oltre 30 stand e un lounge bar. Questo è quanto gli organizzatori promettono sulla carta.
Ecco il regolamento per partecipare:
1. Sono ammessi al Roma Fringe Festival® i singoli artisti e le compagnie di qualsiasi nazionalità e provenienti da qualsiasi parte del mondo.
2. Gli spettacoli selezionati per partecipare al Roma Fringe Festival® 2012 saranno 54 e si esibiranno nell’arco di 3 settimane su 3 palchi.
3. Ogni singolo artista di ogni compagnia, una volta selezionato, dovrà rispettare il regolamento del Roma Fringe Festival®.
4. Qualora i testi originali apparterranno ad autori iscritti alla SIAE si dovrà espressamente comunicarlo nella scheda di iscrizione alla selezione: le musiche di scena dovranno essere altresì comunicate, specificando autore e durata di ogni singolo brano.
5. Qualora la compagnia debba avvalersi della tutela del diritto d’autore, i costi SIAE saranno a carico della compagnia partecipante.
6. Ogni artista e ogni compagnia dovrà essere in possesso della certificazione di agibilità ENPALS.
7. Una volta selezionata, la compagnia dovrà gestire in maniera autonoma lo spazio (palco + service) concesso dal Roma Fringe Festival© per la migliore delle performance possibili in accordo con i mezzi messi a disposizione.
8. Il Roma Fringe Festival© garantirà all’artista 3 repliche della performance all’interno di 1 settimana e metterà a disposizione un palcoscenico complessivo di service, e un tecnico di supporto ma non esclusivo. La performance dovrà attenersi agli orari e ai giorni determinati dall’organizzazione del festival. Ogni decisione ultima, riguardo la presenza e la messa in scena di ogni spettacolo spetterà solamente all’associazione NeroArtifex in qualità di direzione del festival.
9. L’intero incasso andrà alla compagnia e verrà corrisposto per intero al termine della manifestazione.
10. Durante la finale sarà presente una giuria di qualità con attori, registi e critici.
Certo è vero che si può scegliere se partecipare o meno, ma vendere l’aria fritta come oro è un delitto e che deve essere riconosciuto e segnalato …. Non farlo esaspera l’omertà che contraddistingue i mestieri dell’arte sopra tutti gli altri:chiunque ha paura di non esistere, soprattutto in mestieri così effimeri, ma vedere questo concorso sotto la cartella Opportunità mi porta a riscrivere il dizionario di senso che do alle parole…
Non capisco ste polemiche, sia da una parte che dall’altra! Uno può pure non partecipare, no? A me sembra una bella cosa, poi se uno si deve scannare su tutto.. Ah già, dimenticavo, siamo in Italia..!
secondo me i commenti favorevoli se li scrivono da soli quelli dell’organizzazione…
Io mi sono fatta conti: a Roma gli affitti dei teatri sono di 2 euro a posto, al Fringe Festival di 1 euro…per cui dimezza esattamente i costi di mercato!
Funzionerà pure da anni ma in altre democrazie….Cambiando il numero dei fattori il risultato cambia. Se si chiedessero pochi soldi alle compagnie si offrirebbe loro una reale opportunità di esistere, per i preziosi minuti in cui si esibiscono. Questa sarebbe la versione ispirata al FRINGE che l’Italia si potrebbe permettere. Ma fare gli ” International” con i soldi degli altri e a tutte le condizioni richieste, beh, è scandaloso….
Finalmente qualcosa di fresh and cool!
Basta teatro per attori ci vuole il teatro per il pubblico!!
non entro nel merito, se non mi incazzo. Vedremo come le cose cambieranno grazie a questa e altre cose come questa. Sono proprio sulla riva del fiume ad aspettarvi. In bocca al lupo e buona fiera da uno che crede nel lavoro artistico, suo e altrui.
Il Fringe è una fiera dove uno si paga il banco è poi vende e pubblicizza quello che vuole.
Non è un festival all’ “italiana” dove si pagano o ospitano compagnie per far bella la città, il paese o il politico di turno con soldi pubblici, o ricco l’investitore, con soldi privati.
E’ così da anni in tutto i mondo, ma qua siamo abbandonati alla cultura mecenate medievale..
La vedo come una buona iniziativa per far sì che le cose cambino e si possa parlare finalmente di un Teatro Italiano che cammina con le proprie gambe.
Sono Piero Maisi,
Mi occupo dell’organizzazione del Roma Fringe Festival e sono ben lieto e felice di parlare del Roma Fringe e rispondere alla critica apparsa qua sopra. Noi dell’organizzazione teniamo molto alla salute e all’immagine del festival.
Il Fringe è un festival basato su un modello collaudato internazionale. L’organizzazione si limita a gestire i luoghi del festival, a metterli a disposizione a un prezzo più che concorrenziale e a gestire l’immagine del festival a livello mediatico in modo che gli artisti partecipanti possano averne più giovamento possibile. ?Una cosa è mettere in scena il proprio spettacolo off come un evento isolato, una cosa è partecipare a una rassegna internazionale con l’intero incasso alla compagnia e con un premio finale sia in denaro sia artistico.
Capisco tuttavia che possa essere difficile comprendere che il Fringe Festival non sia il modello italiano di festival più diffuso, quello di un ente mecenate che si prenda cura della produzione tramite fondi, pubblici o privati che siano.
La regola del limite delle 150 domande è stata di recente eliminata ma, comunque, sul sito era specificato che al raggiungimento della 150esima domanda si sarebbe chiuso automaticamente il bando. Quindi, niente “soldi persi”. ?Il limite voleva garantire altresì una qualità nella procedura di selezione che potrebbe essere messa a repentaglio qualora il numero delle domande fosse eccessivo. Tuttavia, per ragioni tecniche legate soprattutto ai disagi meteorologici delle settimane scorse, siamo stati costretti a eliminarlo per non sfavorire nessuno e permettere a tutti di promuovere la loro proposta.
I 20€ per la partecipazione alla selezione sono necessari per coprire le spese vive di gestione della selezione e permettere che lo spettacolo proposto possa essere preso in considerazione nella maniera più professionale possibile.
I Fringe Festival sono festival di spettacoli off nel senso più pure del termine dove gli allestimenti scenici sono ridotti al minimo, rivolgendo maggior attenzione alla recitazione e altre caratteristiche proprie del teatro. I tempi di allestimento, in linea con i Fringe internazionali, sono ridotti al minimo per far sì che il gioco del Fringe, quello di più eventi possibili in luogo circoscritto, possa avere luogo.
I 330€ del palco per 3 repliche (minime) per un totale di 350 posti (minimi) sono giustificati dalle ingenti e onerose spese che un’organizzazione tale richiede. ?Per rifarsi dei costi di un palco nel Roma Fringe, una compagnia deve prevedere almeno 66 spettatori complessivi suddivisi in tre repliche, che vogliono dire solo 22 spettatori a replica. Non sembra un risultato impossibile da ottenere, soprattutto per chi crede nel proprio lavoro artistico. Chi conosce il mercato e le spese di gestione teatrali sa che per l’affitto di un teatro off a parità di posti i costi sono circa il doppio.
?Inoltre, il Roma Fringe Festival, essendo il primo Parco del Teatro della capitale a entrata libera con un mercatino e un luogo di ristoro e un evento dell’Estate Romana del III Municipio, avendo una giuria prevalentemente di critici teatrali tra i più rinomati e facente parte di una rete di festival internazionali, concede una visibilità a ogni singolo spettacolo che, per ovvie ragioni, l’isolata messa in scena non può garantire.
La divulgazione dell’iniziativa non è affidata a “una pagina web” ma a uno dei migliori ed efficienti uffici stampa d’Italia.
Spero di essere stato chiaro e invito chiunque avesse dei dubbi a contattarci.
info@fringeitalia.it
Il Fringe di Edimburgo funziona alla stessa maniera, ma per avere una venue (un posto dove fare lo spettacolo) in media devi aggiungerci uno 0 alla cifra qua richiesta da quello di Roma… Mah!
Ben vengano queste iniziative culturali in Italia!
..E poi, la compagnia si prende tutto l’incasso, quindi, che male c’è?
Che gente frustrata…
Nella migliore delle tradizioni dei Fringe Festival NON si chiedono 20 euro per partecipare e 330 euro, se si vince il concorso, per fare il proprio spettacolo e sperare di rientrare con le spese grazie agli incassi… Ah, oltretutto, lo spettacolo deve montarsi e smontarsi in max 20 minuti, ma avrete la fortuna di autopromuovervi grazie ad una speciale pagina web. Ah, verranno prese in considerazione solo le prime 150 domande che perverranno da tutto il mondo (e i soldi di tutte le altre che fine faranno?) VERGOGNA!!!! CIALTRONI!!!!!!!