L’incontro di due vite, tra le Sabbie della solitudine di Pippo Cangiano

Ivano Schiavi (photo: nuovisentieri.it)
Ivano Schiavi (photo: nuovisentieri.it)

Intenso, commovente, elegante: questi gli aggettivi per descrivere lo spettacolo “Sabbie”, in scena fino al 14 marzo all’Auditorium del Teatro Bellini di Napoli all’interno della rassegna Nuovi Sentieri – Sguardi Contemporanei.

Il testo inedito di Pippo Cangiano viene messo in scena con la delicata ed emozionante regia di Fortunato Calvino.
Rino Di Martino e Ivano Schiavi rendono perfettamente le difficoltà psicologiche e di vita dei due protagonisti. Omosessuale di mezz’età lacerato dall’internamento in manicomio uno, giovane ex pugile l’altro, rimesso in libertà dopo quattro anni di reclusione per abuso e violenza su una donna. Il passato di entrambi viene segnato da una famiglia distruttiva e non formativa, da un padre violento e da una madre troppo silenziosa. Le loro strade e le loro storie si incrociano in un angolo di spiaggia, luogo ben conosciuto da entrambi sin da bambini, quando il padre li portava lì per violentarli. Un cantuccio della memoria che sa di quelle lunghe passeggiate di riflessione che ciascuno di noi si è concesso almeno una volta nella vita. Un luogo simbolo, senza tempo e senza collocazione.

Bella la scenografia dello spettacolo, che accoglie gli spettatori con il rumore del mare in sottofondo, con un tappeto di sabbia che copre i personaggi, li accompagna in nuvole di polvere, li culla, li avvolge in ogni movimento: sembra quasi di riuscire a sentire l’odore del mare sin dalla platea. Le luci, ora ambra ora azzurre, segnano l’evolversi della vicenda in un alternarsi di tramonti e notti, tra i flashback del ring o delle stanze del manicomio. In una confusione di nomi e identità, il saggio omosessuale – giullare amaro e commovente, con la sua bombetta posata sul proscenio come un moderno Charlot –, insegna al giovane ad amare, nella brutalità di una vita senza sentimento.

Una regia quasi cinematografica quella di Fortunato Calvino, che scivola fluida senza intoppi, senza rotture, con piccoli fermo immagine che identificano meglio le storie dei due protagonisti, prima divise poi parte di un’unica vita. Ogni movimento, ogni frase dei due attori, si inserisce perfettamente nella scena, senza vuoti. Prima l’omosessuale che vive nel suo scheletro di barca arenata sulla sabbia, il pugile sul suo scoglio a riflettere e a odiare la vita intera, poi insieme in momenti fatti di amare ma commoventi risate nell’imbarcazione-vita. Una barca che sarà il simbolo di una decisione e colpo di scena finale.

Bravi gli attori, che appassionano il pubblico per un’ora sottolineando, senza nulla togliere a Ivano Schiavi, l’intensità di Rino Di Martino: ironico, amaro, pungente, tenero, commovente. Un testo che affronta tematiche senza tempo con delicatezza, entrando nella vita privata di due uomini il cui cammino si scioglie su una spiaggia, simbolo della psiche in cui i ricordi riaffiorano come i cocci delle bottiglie presenti in scena. Il connubio Cangiano-Calvino produce uno spettacolo ben fatto, e il pubblico ricambia con quasi quattro minuti di applausi il suo debutto.

SABBIE
di Pippo Cangiano
regia: Fortunato Calvino
interpreti: Rino Di Martino e Ivano Schiavi
musiche: Paolo Coletta
costumi: Giusi Giustino
luci: Salvatore Palladino
scene: Salvatore Lebano
durata: 60′
applausi del pubblico: 3′ 50”

Visto a Napoli, Auditorium Teatro Bellini, il 5 marzo 2010

Rassegna Nuovi Sentieri – Sguardi Contemporanei

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