Un landscaping dell’inconscio alla Nid Platform di Cagliari
Fluidity, titolo scelto per l’edizione 2023 della New Italian Dance Platform, è sinonimo di armonia, scorrevolezza; fluidity come fluido è il movimento, celebrato, discusso e ripensato in infinite forme; fluidity come un flusso che scorre, di energie, di idee e di persone, e che in questa sede sottintende anche un dialogo volto a creare sinergie.
Sa Manifattura è stato sicuramente lo spazio di Cagliari della NID più rappresentativo di questo concetto, un hub creativo che ha dato la possibilità ad alcune compagnie di presentare i propri progetti ad operatori internazionali, e di incontrarsi o incontrare i singoli artisti, un vero e proprio laboratorio dove si tessono i fili di nuovi percorsi artistici, e dove si sono svolti anche i forum di discussione.
“Ripensare all’arte e alla danza non come un business ma come la nostra ultima chance” sono le parole di Pedro Barreiro (Portuguese Platform for Performing Arts) che echeggiano in uno degli incontri. Mentre Katharina Kucher, co-direttrice del Tanzmesse di Düsseldorf e parte della commissione artistica NID, sottolinea la necessità di una risposta globale a crisi e problematiche che oggi fronteggiamo globalmente, da qui la necessità di momenti di incontro e collaborazioni come questo.
Gli Open Studios, di cui abbiamo parlato in un precedente articolo, sono stati affiancati da una programmazione di otto produzioni che hanno debuttato nello scorso biennio e, tra questi, abbiamo scelto di approfondire la performance “Shoes on”, di Luna Cenere.
Due corpi attendono il pubblico in scena, nudi, accovacciati, incastonati in un perfetto equilibrio, le teste nascoste nelle spalle, a formare una figura astratta. Un nucleo bianco su fondale nero, che fa pensare ai nudi astratti di Rafael Navarro, una geometria simmetrica e speculare, di forte scenicità.
Lentamente le due figure iniziano a muoversi, accompagnate da un suono elettronico indistinto e uniforme, andando a modellare quell’unico nucleo in ulteriori forme astratte. Un cuore, un embrione, una metamorfosi corporea in qualcosa che ancora non esiste.
Continua il suo lavoro sul corpo Luna Cenere, e sulle possibili interpretazioni e deviazioni della nudità, con una costante ricerca espressiva. Gli abiti creano una definizione, mentre la nudità è la condizione più immediata per veicolare la nostra percezione.
Di matrice espressionistica, lo sguardo visionario della coreografa tratteggia una performance come un dipinto, in una continua ricerca che si muove in parallelo su più livelli: linguaggio, perfezione, sperimentazione.
Non a caso Luna Cenere si ispira ad artisti contemporanei quali Ren Hang, Evelyn Benicova e il fotografo Adey. Come loro sposta lo sguardo voyeristico o censurante della società nei confronti della nudità verso un concetto di purezza ed astrazione, trasformando in mistero il conosciuto, reiventando architetture del corpo scevre da limitazioni fisiche e mentali.
C’è un prima e un dopo in “Shoes on”, un risveglio che ci fa passare da uno stato onirico o primordiale della prima parte alla contemporaneità dei nostri tempi con la seconda parte. I due corpi, a terra, seduti di schiena al pubblico, acquistano ritmo, si muovono seguendo prima il battito poi la melodia in sequencer di “Blue Monday” dei New Order, fino al ritmo palpitante della parte centrale della canzone. Qui Michele Scappa e Davide Tagliavini aggiungono ironia ai movimenti muovendo a turno spalle, braccia, gambe o fondo schiena, come se rispondessero autonomamente al ritmo della musica.
Unico accessorio indossato dai performer, le scarpe diventano un ulteriore elemento su cui giocare, messe in risalto o fatte scomparire dal disegno luci e dalle posizioni, anch’esse con una propria vitalità.
La ricerca della coreografa si traduce in questa sede in un nuovo linguaggio, che mescola performance a pittura e fotografia, creando nuovi codici estetici dove il concettuale si mescola con il visuale. Esercizi di riscaldamento ginnico possono essere sincronizzati come una danza se rimodulati e decontestualizzati. Due fondoschiena possono apparire come pendoli di orologi.
Ogni spettatore può interpretare quelle figure astratte in modo del tutto personale, a seconda di ciò che muove il proprio inconscio, un po’ come quando si interpretano le tavole di Rorschach.
L’astrazione inoltre elimina il genere nella nudità, quindi trascende l’erotismo, e i corpi nudi aprono nuove declinazioni rispetto anche al modo in cui sono trattati generalmente nella danza e nel teatro contemporaneo. Il corpo nudo è già stato politico o sinonimo di provocazione, con Luna Cenere diventa poetico, per dimostrare che in fondo la nudità in sé stessa non esiste, se non strumentalizzata, e in questa performance la coreografa mette praticamente in atto una sottrazione di senso, un riportare ad una condizione di purità il corpo per poterci poi ricostruire un’intenzione.
Un lavoro che forse ha ancora possibili tempi di maturazione, ma già con una propria poetica e incisività, e soprattutto, uno sguardo nuovo.
Shoes On
coreografia e concetto Luna Cenere
con Michele Scappa e Davide Tagliavini
musiche Renato Grieco, New Order
disegno luci Loris Giancola
direzione tecnica Nicola Mancini
produzione Körper | Centro Nazionale di Produzione della Danza
con il sostegno di AMAT e Comune di Pesaro, del Centro di Residenza della Toscana (Armunia – CapoTrave/Kilowatt) Anghiari Dance Hub, LIS LAB/Cross Festival
durata 45 minuti
Visto a Cagliari, Auditorium del Conservatorio di Musica, il 1° settembre 2023