Il sosia, un doppio di successo. Jakop Ahlbom apre la nuova stagione a Prato

Ph: Rahi Rezvani
Ph: Rahi Rezvani

“Strangely familiar” scelto dal direttore Massimiliano Civica: un invito a liberare la parte migliore di noi

Jakop Ahlbom è un autore, regista, inventore, attore e acrobata conosciuto per le sue messinscene, che mescolano elementi tratti da illusionismo, acrobazia, danza, musica e molto altro. E spesso nelle sue creazioni va a pescare nella cinematografia contemporanea, caratteristica quanto mai evidente nella prima nazionale che ha aperto la stagione 2024/25 di Prato, “Strangely Familiar”, dove, tra gli altri, troviamo rimandi alla realtà distopica della serie “Severance” e ai film di Roy Andersson.
Una stagione, quella del centro toscano, ricca di spettacoli, proposte e iniziative eterogenee, il cui titolo, “Libera”, viene ad essere, secondo le parole del direttore Massimiliano Civica, un invito – in un mondo alla rovescia quale quello in cui viviamo – «a liberare la parte migliore di noi, a non avere paura di dichiararsi umani, ad avere il coraggio di accettare e confrontarsi con la complessità paralizzante del mondo di oggi, a schierarsi per i Valori contro la legge del più forte».

C’è da dire che, visto il precedente lavoro “Lebensraum” (di cui avevamo parlato nel marzo 2023), ci aspettavamo tanto sul piano del dinamismo e della sorpresa, e una tale aspettativa ha fatto sì che, inizialmente, “Strangely familiar” sia sembrato un po’ deludere le aspettative.
Le scelte registiche e drammaturgiche di Ahlbom in questo spettacolo, lo abbiamo capito poi nell’equilibrio d’insieme, sono andate invece a prediligere atmosfere oniriche e surreali, strutturando con dolcezza le situazioni che ci avrebbero guidato dentro le stringenti problematiche contemporanee al centro del lavoro. Di conseguenza, le impressioni di impatto si sono poi stemperate nello sviluppo, fino a un finale che invece ha restituito allo spettatore anche quelle aspettative che sembravano disattese dopo i primi minuti.

In questa prima toscana, a colpire è da subito l’imponente scenografia di Marlies Schot e Douwe Hibma – supportata dalle luci di Yuri Schreuders – che si muove e si trasforma a scena aperta per mezzo di grandi blocchi, che mutano gli ambienti dell’azione, assemblandosi sotto la spinta dei protagonisti. Così, un piccolo appartamento da impiegato, diventa in pochi secondi un ufficio, un palazzo o un androne con tanto di ascensore e molto altro.

Potremmo riassumere la trama rubando le parole a un famoso album di Fabrizio De Andrè, “Storia di un impiegato”: un impiegato frustrato nelle sue ambizioni di riconoscimento e visibilità da parte di colleghi e superiori si rifugia nei sogni, ma non riesce a realizzarli. Fino al giorno in cui viene assunto un nuovo impiegato a lui “familiare”, il suo sosia, che ottiene i riconoscimenti e le attenzioni tanto agognate.
E qui il lavoro prende più corpo e vitalità. Cominciano infatti rabbie, gelosie e problemi del nostro. Egli incontra il sé stesso che vorrebbe essere. Un sé di successo, dinamico, socievole, inserito e soprattutto riconosciuto, stimato e apprezzato. E l’impatto con questa realtà avrà le sue conseguenze.

Ci resta un lavoro che può definirsi senz’altro felice, soprattutto nel suo essere delicato, potente e soprattutto poetico. Ahlbom sceglie di portare in scena con coraggio un lavoro diverso, imperniato su una dimensione onirica e chiaroscurale, accompagnato da musica dal vivo e da scene di gruppo assai riuscite, che contribuiscono a realizzare un mosaico di tematiche e mondi quanto mai attuali e vivi.

Strangely Familiar. Di un uomo che incontra se stesso
regia Jakop Ahlbom
drammaturgia Judith Wendel
assistente alla regia Marit Schimmel (stagista)
con Erwin Boschmans, Yannick Greweldinger, Silke Hundertmark/Inez Almeida, Fabio Maniglio, Luca Maniglio, Daphne Masé
scenografia Marlies Schot, Douwe Hibma
luci Yuri Schreuders
musica e suono Leonard Lucieer, Jaïm Sahuleka e Teun Beumer
costumi Esmée Thomassen, Eva Wegman (assistente)
produzione Jakop Ahlbom Company e Teatro Metastasio di Prato
con il sostegno di Fonds Podiumkunsten, Amsterdams Fonds voor de Kunst, Fonds 21

durata: 1h 05′
applausi del pubblico: 3’

Visto a Prato, Teatro Metastasio, il 18 ottobre 2024

 

0 replies on “Il sosia, un doppio di successo. Jakop Ahlbom apre la nuova stagione a Prato”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *