Succede: il viaggio di Gabriella Salvaterra nella violenza di genere

Succede (ph: Ilaria Costanzo)
Succede (ph: Ilaria Costanzo)

L’installazione dell’artista cilena è, al TeatroLaCucina di Milano, labirinto multisensoriale guidato dalla luce

Il buio. Luci così flebili da dover strabuzzare gli occhi. Timidi bagliori da inseguire. Per addentrarsi negli abissi della violenza di genere. Disintegrando la propria coscienza, per poi ricomporla e ritemprarla.
“Succede” di Gabriella Salvaterra è uno spazio multisensoriale per spettatore singolo. È un’installazione a tema sulle piccole e grandi vessazioni subite dalle donne dentro i rapporti di coppia. È un intrico denso di segreti, che si percorre in solitaria. È una casa degli spiriti dove aleggia l’ombra della sottocultura che tende a svilire l’universo femminile, e lo sprofonda nella misoginia disposta alla violenza.
Inoltrarsi nelle installazioni abitate di Salvaterra è un’esperienza di bellezza pervasiva. Appaga i sensi uno alla volta o insieme simultaneamente. Quest’immersione estetica è rito iniziatico e culto misterico. Per incontrare i nostri limiti e affrontare i nostri fantasmi.

Siamo a Olinda, Milano, zona Affori, ex Ospedale Psichiatrico Paolo Pini. Alle sei del pomeriggio è già buio pesto. Sul viottolo che dal cancello di via Ippocrate ci traghetta al TeatroLaCucina c’è il fango delle piogge recenti. Nastri di lampadine come luminarie indicano il tragitto nella solitudine silenziosa.
La follia aleggia nell’aria. Ma non è quella del passato redento dalla legge Basaglia. È quella onnipresente di amori di latta che confondono il sentimento con il possesso e la passione con la violenza. E trasformano un abbraccio in morsa mortale.
Le scorie della nostra giornata decantano all’esterno dal teatro, nella quiete autunnale che allunga le notti. Un atrio e una poltrona sono intercapedine tra il fuori e il dentro. Qualche minuto di raccoglimento, e si inizia. Ci smarriremo dentro un labirinto di drappi scuri. Incocceremo altri microlabirinti, sulla scia di luci inafferrabili.

“Succede” si vale della collaborazione drammaturgica di Miguel Jofré Sarmiento, Arianna Marano e Giovanna Pezzullo. Le stesse Marano, Pezzullo e Salvaterra, con Giuliana Pavarotti, Angela Sparvieri e Antonella Carrara, saranno le vestali di quest’itinerario: strane cartomanti, imperscrutabili sibille, enigmatiche boxer. Sguardi accoglienti, rassicuranti, interroganti, indagatori. Sempre fieri.
La violenza subita è nella metafora di ampolle d’acqua con pesci rossi. Nei gineprai di sottane femminili. Nella miriade di scarpe con i tacchi. Nei tunnel di giacche maschili. E poi nicchie, anfratti, teche illuminate, barattoli di vetro. E vasetti e bicchieri di tutte le fogge e dimensioni. Reliquie affogate, sedie ribaltate. E poi forbici e ring. E materassi con un’anima, almeno quelli.
Poche parole, centellinate. Segreti da esplorare in una penombra prossima alle tenebre. Una musica amabile come edulcorante. Una mappatura degli odori.

Il mio sguardo da maschio dentro un femminile violato mi inchioda a una responsabilità che non è mai solo individuale. Viviseziona il mio rapporto con l’altra metà del mondo. Mi chiede chi sono o chi sono stato; chi sarei potuto essere, cosa potrei diventare.
Mi domando quali siano anche le sensazioni di una donna dentro questo dedalo di colpe e fragilità. Vorrei essere donna per un’ora, per un minuto, per sentirmi pienamente parte di quella fragilità, sostanza di quella resilienza.

“Succede”. Il titolo è lì, sospeso. Come un destino inevitabile. Come una iattura. Come una scrollata di spalle. Come una sentenza che non smette di giudicarci.
Tuttavia lo smarrimento prelude al ritrovarsi. Mediato dall’arte, il disastro non è mai irreparabile. Si esce dal labirinto non indenni, forse neppure innocenti. Certo modificati, Perché il teatro è sempre attraversamento. E quando è pensato, meditato, sofferto, è quasi sempre viatico alla catarsi.

In scena fino al 9 novembre.

SUCCEDE
installazione sensoriale abitata
di Gabriella Salvaterra/SST
collaborazione drammaturgica: Miguel Jofré Sarmiento, Arianna Marano, Giovanna Pezzullo
con Arianna Marano/Giuliana Pavarotti, Giovanna Pezzullo, Gabriella Salvaterra, Angela Sparvieri/Antonella Carrara
paesaggio olfattivo Giovanna Pezzullo
musiche Pancho Garcia
costumi Giuliana Pavarotti
direzione tecnica Davide Sorlini
organizzazione Claudio Ponzana
produzione SST – Sense Specific Theatre / Artisti Drama

durata: 40’ circa

Visto a Milano, TeatroLaCucina, il 28 ottobre 2024

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