Site icon Krapp’s Last Post

Occupato stamattina il Coppola di Catania: per un teatro dei cittadini

L'occupazione stamattina del Teatro Coppola di Catania
L’occupazione del Teatro Coppola di Catania

Dal “centro” alla “periferia” l’occupazione dei teatri dilaga come nuova alternativa al ‘sistema teatrale’ italiano. Un sistema che spesso taglia e abbandona, facendo decadere luoghi e dimenticandoli. Se non chiudendoli tout court.

L’unica vera novità nel teatro italiano del 2011 pare essere allora l’occupazione come strategia ‘di forza’ per riappropriarsi di spazi e risorse culturali altrimenti scialacquati. Occorrerà poi vedere, alla prova dei fatti, in cosa evolveranno tali esperimenti.
Ci saranno senz’altro scelte che ognuno, con la propria testa, riterrà non adatte; e anche nel caso del Valle – inutile dirlo – sono emerse grandi critiche e proliferate fazioni pro e contro. Ma al di là di tutto questo, è evidente come il movimento romano abbia aperto nuovi scenari, e si sia (im)posto, anche mediaticamente, come un’alternativa che non è stata ingabbiata solo da teorizzazioni, ma ha manifestato una spinta ad agire nel concreto, con proposte tangibili e diffuse.
In questo senso va anche l’assemblea pubblica che il Valle Occupato ha indotto per martedì 20 alle 16,30 in vista della bozza di uno statuto, da loro definito, 2.0.

Ora, dopo Roma e il Pac di Milano, la via della protesta dei teatranti si sposta all’estremo sud d’Italia. Stamattina è infatti stato occupato il Teatro Coppola di Catania; l’iniziativa, raccontano gli stessi protagonisti, nasce da un comitato spontaneo di liberi cittadini, non legato a realtà partitiche di alcun tipo. Il Teatro Coppola vorrebbe diventare un’esperienza di gestione diretta e di autorganizzazione aperta ad ogni contributo individuale.

Vi lasciamo alle parole e alle immagini che gli organizzatori di questa occupazione ci hanno mandato poco fa, per spiegarvi meglio cosa sta succedendo in queste prime ore, non senza segnalare che domenica 18 dicembre, dalle ore 17, si terrà un’assemblea pubblica cui seguiranno ‘spettacoli per un palco a venire’.

Al lavoro dentro al Teatro Coppola

“Siamo lavoratrici e lavoratori siciliani della cultura e dello spettacolo: artisti, maestranze, operatori. Una forza sociale a lungo disgregata e invisibile.
Siamo da sempre costretti alla fuga, a rincorrere nell’emigrazione o nell’accomodamento il senso di un percorso di studi, preparazione e passione; le prime vittime di una politica che non riconosce il lavoro culturale come risorsa economica e civile e continua a privare la nostra terra dei suoi innumerevoli talenti.

Oggi vogliamo essere una forza unitaria, determinata a tramutare le nostre professionalità in bene materiale da mettere a disposizione della comunità. Rivendichiamo pertanto il diritto, e ci assumiamo il dovere, di riappropriarci e prenderci cura di un bene comune abbandonato per restituirlo alla storia della città.

Crediamo fermamente che rimettere in discussione la gestione della pubblica proprietà sia condizione imprescindibile per sperimentare nuove forme partecipate e consapevoli di organizzazione del territorio, del lavoro e della creatività collettiva; che la pubblica proprietà debba ritornare a essere luogo dei diritti e del poter fare, contro l’indiscriminato accumulo privato, il commercio fuori controllo, l’abbandono del patrimonio e l’alienazione dei beni comuni operata dalle caste amministrative di ogni colore.

È per queste ragioni che ci assumiamo la responsabilità di occupare e riaprire un cantiere in abbandono al fine di riqualificare, come luogo di produzione e formazione culturale, una parte dell’area dell’ex Teatro Coppola (in via del Vecchio Bastione, quartiere Civita), primo Teatro Comunale della Città di Catania inaugurato nel 1821 e quasi completamente distrutto dai bombardamenti americani l’8 luglio 1943.

Questo spazio, utilizzato per anni dal Teatro Massimo Vincenzo Bellini come laboratorio scenografico, sarebbe dovuto diventare sala prova per l’orchestra dell’ente lirico, ma il progetto (avviato nel 2005) è stato sospeso e il cantiere abbandonato.

Oggi vogliamo che il Teatro Coppola ridiventi, attraverso il lavoro volontario di ognuno di noi, libero teatro dei cittadini, laboratorio indipendente di formazione artistica e professionale, risorsa sociale per il quartiere e la città intera.
Una città ricostruisce la propria cultura attraverso le azioni e i modelli che queste azioni producono, e alla città, a tutte le sue componenti sociali, culturali ed economiche, chiediamo di partecipare con donazioni di tempo, testimonianze, competenze, materiali e attrezzature, perché insieme si costruisca un patrimonio comune dell’incontro e dello scambio attraverso un modello condiviso di gestione diretta, paritaria e dal basso”.

Exit mobile version