Dal Toxic Garden di Kamilia Kard alla Montagna del sapone di C. G. Hadley, la creatività passa dallo schermo

La coreografia di Gruppo Nanou
La coreografia di Gruppo Nanou

Online gli esiti del progetto Residenze Digitali 22 ideato dal Centro di Residenza della Toscana, esplorazioni virtuali e immersive fra gioco e arte

La terza edizione del progetto Residenze Digitali, conclusasi domenica scorsa, ha consolidato la natura sperimentale del progetto ideato dal Centro di Residenza della Toscana in collaborazione con numerosi partner nazionali.
Dopo le sperimentazioni con social come TikTok e con piattaforme arcinote come Zoom, i progetti vincitori 2022 hanno esplorato altri ambienti.

Ad esempio quello di Roblox, un videogioco che consente la creazione di mondi virtuali e la possibilità di giocare online.
Kamilia Kard, ricercatrice e docente di Comunicazione Multimediale, ci fa esplorare il suo “giardino tossico”: un mondo che gli spettatori, trasformati in avatar con skin personalizzate, esplorano liberamente. Alberi, fiori tropicali, laghi, grotte, prati infiniti dove correre e saltare. Ma non solo. Kamilia, insieme a tre danzatrici delle scuole di EgriBiancoDanza e del Balletto Teatro di Torino, ha realizzato delle coreografie catturate da un’intelligenza artificiale, che vengono in qualche modo “imposte” ai nostri avatar, in una prima fase automaticamente, poi con la possibilità di scegliere fra più possibilità. Questo da un lato serve a far dialogare ulteriormente gli avatar, dall’altro a creare una vera e propria performance partecipata virtuale.

La danza diventa il nostro linguaggio in questo metaverso, tra la solitudine e lo spaesamento, fra la ricerca di un labirinto e la necessità di non sentirsi soli, tra la fuga dalla realtà e una certa ansia digitale.
È questo mix di divertimento e malessere a descrivere benissimo il titolo della performance, quel “Toxic Garden” immersivo da cui non vorremmo mai uscire, ma che in fondo ci fa paura.

Un altro ambiente nuovo al mondo teatrale è sicuramente quello di Discord, una piattaforma progettata per la comunicazione tra comunità di videogiocatori. In questo caso Christina G. Hadley, artista specializzata in 3D computer graphic, la usa come piattaforma di networking sia per i fruitori che per i colleghi programmatori.
Sul canale Discord del suo progetto “La montagna del sapone” si trovano, inoltre, tutte le fonti di ispirazione per il film animato in CGI (computer-generated imagery), girato con un motore grafico per videogame, che è il prodotto principale del progetto.
Protagonista è Cindy, un bizzarro personaggio che si muove tra spazi all’aperto che sembrano una Disneyland distopica e palazzi dove incontra situazioni e personaggi che si ispirano ai luoghi comuni della rete. In un grande hotel trova personaggi ispirati ai concetti di troll, shitstorm, networking, identità digitali, web, eco chamber ecc…

Vedere i primi tre capitoli de “La montagna del sapone” è straniante e immersivo, probabilmente una situazione simile a quella che l’autrice voleva comunicarci: il progetto infatti nasce partendo da un concept album dal titolo omonimo della musicista Marta Coletti aka Bertuccia Mon Amour.
La montagna del sapone del titolo è la borgata di Roma nata dopo lo sfollamento degli abitanti del centro storico di Roma a opera di Mussolini, sotto la promessa irrealizzata della costruzione di un quartiere di lusso.
La protagonista Cindy ci conduce nella Montagna del Sapone contemporanea: il mondo connesso e digitale che ci affascina e allo stesso tempo inquieta.

La montagna del sapone di Hadley
La montagna del sapone di Hadley

Questi due progetti ben riassumono l’edizione 2022 delle Residenze Digitali, progetto lontanissimo, ad esempio, dalla piattaforma ItsArt voluta dall’ex Ministro Franceschini, che ha attualmente perdite per milioni di euro ed è ancora distante dal diventare “la Netflix della Cultura”.

Quelli di Kamilia Kard e Christina G. Hadley sono due progetti ad alto tasso di digitalizzazione e creatività (sono entrambi ispirati all’universo del gaming, il primo live e il secondo on demand) ma contemporaneamente riflettono in maniera molto critica sul rapporto tra uomo e mezzo digitale.

Fra le sperimentazioni di questa edizione delle Residenze Digitali c’è sicuramente il video a 360° e il drone con cui Teatrino Giullare ha rappresentato l’Orestea di Eschilo secondo Pier Paolo Pasolini. Ed è questo, “Drone tragico”, il terzo progetto che si fregia, a mio parere, di un’alta componente di immersività.

Qui possiamo navigare, su YouTube, attraverso le prime cinque puntate della web serie, realizzata con riprese dall’alto che indugiano sui protagonisti e che, in una magnifica postproduzione “straniante”, esaltano i contorni e i volti nascosti da maschere.
Sentirsi parte della tragedia di Oreste, Agamennone e Clitennestra, quasi come a teatro, ma davanti a uno schermo, è il successo di questo terzo prodotto. Ad enfatizzare l’esperienza una voce narrante incisiva e una colonna sonora, a cura di Cleaning Women, che ti fa viaggiare.
Come per “La Montagna del Sapone”, anche in questo caso aspettiamo i successivi episodi!

Il drone tragico di Teatrino Giullare
Il drone tragico di Teatrino Giullare

Hanno completato il sestetto delle residenze digitali la coreografia dal vivo di corpi e videocamera di Gruppo Nanou, l’esperimento interattivo con Twitch di BOTH Industries e il videogame di ultravioletto. Progetti sicuramente interessanti, che meritano di essere seguiti nei loro eventuali sviluppi.

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