Tra i desideri spirituali di Milena Costanzo. Videointervista

Milena Costanzo (photo: Paola Codeluppi)
Milena Costanzo (photo: Paola Codeluppi)
Milena Costanzo (photo: Paola Codeluppi)

OGNI APPETITO DEI SENSI…
E’ al fondo un desiderio spirituale
Di pianeti e di fiori
Facciamo conoscenza,
Ma quando si tratta di noi
C’è l’etichetta
L’imbarazzo
E il terrore
(Emily Dickinson n.1127, 1868)

Milena Costanzo
è figura assai particolare del teatro italiano.
Intanto ha studiato architettura, anche se molti la conoscono per i suoi spettacoli in duo con Roberto Rustioni, con cui nel 2006 ha fondato una compagnia che ha anche vinto, nel 2011, il premio Ubu con lo spettacolo “Lucido” di Rafael Spregelburd come miglior novità straniera.
Come attrice ha lavorato per Giorgio Barberio Corsetti, Claudio Morganti, Alfonso Santagata, Stephan Braunshweig, Roberto Bacci, Anton Milienin.

Negli ultimi due anni, oltre all’attività della compagnia, ha portato avanti un particolarissimo progetto in solitaria focalizzato attorno a tre figure singolari della cultura di genere: Anne Sexton, Emily Dickinson e Simone Weil: “Uniche, hanno in comune una ricerca spirituale non canonica, fuori da qualunque schema. Figure solitarie e assetate di verità” racconta la Costanzo di questa ricerca. Alla Sexton è stato dedicato un piccolo trittico concluso da “Cleaning the house”, che ha visto l’attrice in scena con Gianluca De Col.

La videointervista di oggi è stata registrata in una prova assai particolare del nuovo lavoro, “ED studio su Emily Dickinson”, di cui la Costanzo è regista e interprete con Antonio Gargiulo.
Torniamo indietro alla data ospitata all’interno della rassegna “Stanze” nella casa di Manzoni a Milano, un posto straordinario e poco conosciuto ma che conserva davvero il sapore che la mente può immaginare.
Qui Milena Costanzo ha provato a far volare uno spirito scalzo, come lei stessa sostiene, una ricerca che certamente guarda alla personalità e al materiale di Emily Dickinson, ma “per ora una lotta con il silenzio ed il nostro io”.
L’abbiamo intervistata subito dopo lo spettacolo, nella pausa della rituale sigaretta, in un dialogo molto vero, con la sensazione del recitato ancora addosso.

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