Voci dall’Ucraina. Il Diario di Guerra del Dakh Theatre

Dakh Theatre - War Diary

Torniamo alla situazione Ucraina facendo la conoscenza del Dakh Kyiv Centre of Contemporary Arts fondato nel 1994 da Vladislav Troitskyi

Nelle ultime settimane abbiamo cercato di entrare nel merito della guerra attualmente in corso attraverso riflessioni personali, da parte della redazione, o la pubblicazione di notizie legate alle reazioni della scena artistica ucraina o russa (come, ad esempio, nel caso delle dimissioni della direttrice del Centro Culturale Meyerhold di Mosca, Elena Kovalskaya).

Oggi vi parliamo di una fra le realtà indipendenti ucraine più importanti e significative, il Dakh Kyiv Centre of Contemporary Arts fondato nel 1994 da Vladislav Troitskyi (attore, produttore, scenografo e direttore artistico di svariati progetti nati all’interno del Dakh, con oltre sessanta regie e dieci produzioni all’attivo e insignito, nel 2018, del titolo di Ufficiale dell’Ordine delle Arti e Lettere Francesi). Nel corso degli anni il Dakh Theatre si è affermato come una realtà multidisciplinare fra le più eclettiche e creative, grazie all’ideazione e messa in atto di progetti in cui ricoprono un ruolo fondamentale le numerose commistioni fra cultura classica e contemporanea, tradizione e nuove tecnologie.

Dal 2007 Troitskyi e il Dakh Theatre curano la direzione del GogolFest, festival internazionale multidisciplinare di arte contemporanea con proposte che svariano dal teatro alla musica, al cinema, fino ai percorsi educativi e ludici per le giovani generazioni. Ospitato inizialmente solo a Kiev, dal 2017 in poi il festival ha coinvolto altre cinque città: Mariupol, Ivano-Frankivsk, Vinnytsia, Kherson e Dnipro.
Fra i numerosi altri progetti del Dakh Theatre merita sicuramente una segnalazione il DakhaBrakha, quartetto di world music (attualmente in tourneé in Francia, qui le date) in cui la musica tradizionale ucraina viene reinterpretata secondo cifre stilistiche contemporanee.

Nei giorni scorsi abbiamo parlato via Zoom con Viktoriia Fedoriv, coordinatrice di progetto della compagnia. Attualmente lei si trova in Germania (anche Vlad Troitskyi ha lasciato l’Ucraina e si trova in una non meglio precisata nazione europea) ma alcuni attori o attrici sono rimasti in Ucraina, soprattutto nei dintorni di Kiev, e hanno inviato dei contributi video in cui esprimono il proprio stato d’animo sulla situazione che stanno vivendo.
Scopo di questi video, raggruppati sotto l’hashtag #War_diary,  è quello di mostrare al mondo la realtà che milioni di persone ucraine si trovano, attualmente, a dover affrontare.
Troviamo Volodymyr, svegliato da una telefonata ricevuta alle prime luci dell’alba del 24/02, in cui suo padre gli comunica l’inizio della guerra, una parola che fino a quel momento non lo aveva mai neanche lontanamente riguardato (nonostante nel Donbass si combattesse ininterrottamente da otto anni) e ora invece diventa, anche per lui, di pressante e drammatica attualità.
C’è Valentyna che racconta dell’interminabile viaggio di 18 ore, insieme alla sua famiglia, da Kiev verso la regione di Lviv considerata più sicura; viaggio in cui, durante una sosta, perde la vita il suo cane labrador investito da un altro veicolo.
Nadiia rievoca invece quei pochi momenti di spensieratezza che si riescono a strappare al terrore anche rinchiusi nelle profondità di un rifugio. O Sofia che, all’inizio della guerra, si trovava in montagna per un workshop di canto e sorride con amarezza nel pensare che la vita in montagna era un po’ il suo sogno ma, ora che tutti le consigliano di restare lì e non tornare a Kiev, lei parte ugualmente e torna dai suo cari nella capitale. C’è infine chi, proprio nella drammaticità di questo momento storico, riscopre il proprio amore per la vita, cosa forse data per scontata solo fino a qualche giorno prima.
I contributi degli attori sono inframmezzati, nella playlist, da documenti filmati prodotti dalla resistenza ucraina o dalla BBC, come nel caso del più recente video, risalente a quattro giorni fa, in cui viene riportata la sofferenza in cui versa la città di Mariupol.

Durante la nostra conversazione, ad una nostra domanda in cui le chiediamo che cosa, secondo lei, la scena artistica e teatrale italiana ed internazionale potrebbe e dovrebbe fare per supportare la lotta e i loro colleghi ucraini, Viktoriia lancia un appello affinché si continui a manifestare il totale dissenso nei confronti di questa guerra, attraverso la realizzazione di eventi che possano sensibilizzare l’opinione pubblica (come, ad esempio, il “Sound of Peace” svoltosi a Berlino proprio lo scorso sabato, 19 marzo) o la creazione di residenze specifiche con l’obiettivo di ospitare gli artisti ucraini.

Prima di lasciarvi alla playlist del Diario di Guerra, segnaliamo alcune pagine da cui è possibile ricevere informazioni aggiornate sull’evoluzione del conflitto ed intervenire attivamente in aiuto della popolazione ucraina:

0 replies on “Voci dall’Ucraina. Il Diario di Guerra del Dakh Theatre”
Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *