Ulderico Pesce senza filtri – 2^ parte

Ulderico Pesce
Ulderico Pesce
Ulderico Pesce in ‘Storie di Scorie’ (photo: Cicconi-Panzironi)

Ulderico. Ma che nome è Ulderico? “Il mio nome vero è Ulderico Biagio Franco Pesce. Mio padre e mia madre mi chiamarono così per accontentare mio nonno, uno zio morto a vent’anni sotto il camion guidato dal suo padrone, e un bisnonno che mise incinta la mia bisnonna e se ne andò in America da dove non tornò mai più”.

Ha lavorato con Giorgio Albertazzi, Carmelo Bene, con la poetessa Amelia Rosselli, Luca Ronconi, Gabriele Lavia e Anatoli Vassilev, che lo portò a Mosca e dove rimase per circa tre anni. Come Vassilev, Pesce ha sviluppato la passione per un teatro semplice, povero, strutturato sulla verità e sulla necessità delle emozioni.

E proprio la necessità di un teatro che parlasse del reale lo ha spinto a tornare in Italia e a raccogliere testimonianze di cose vere, a scrivere e raccontare storie come faceva suo nonno, arrotino-attore di paese, storie che non di rado infastidiscono i poteri forti, “le caste”, e la malavita.

Le denunce e le intimidazioni a suo carico non si contano più, ma anche il seguito che Pesce riesce ad avere è un continuo crescere.

Stravagante, vero, istrione, fuori dagli schemi, eccessivo? Forse un po’ di tutto ma, anche nell’ipotesi in cui non sia condivisa o sia scomoda, limitare l’espressione attraverso il taglio o la censura ci pare un autogol che la stampa libera non può permettersi, e che toglierebbe il gusto della polemica e del confronto.
Per questo proponiamo il contributo di Pesce tale quale, lasciando ad ognuno la possibilità di sviluppare la propria idea.
Ecco, oggi, la seconda parte della video-intervista, in cui Ulderico Pesce propone una dura e colorita requisitoria anche contro il mondo teatrale italiano.

Tags from the story
Join the Conversation

No comments

Leave a comment

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  1. says: c.

    ammetto la mia lacuna: non ho mai visto un suo spettacolo.
    ma vedi, orso, ti assicuro che di giovani ce ne sono tanti, magari non dei geni incompresi, ma che si “smazzano” (perdonate il francesismo) per avere un po’ di visibilità, per entrare, visto che pare l’unica chance, anch’essi in questi quadri.
    i nomi non sta di certo a me farli, ma basti vedere i tanti partecipanti ai pochi concorsi per nuovi gruppi.
    di quei tanti sicuramente qualcuno di molto valido ci sarà.
    il fatto che tu non li vedi non significa che non ci siano, anzi.
    forse significa che per riuscire a entrare nel circuito non sempre basta il solo merito, a volte c’è anche fortuna, altre ci sono percorsi ben diversi.
    c.

  2. says: orso

    non sono d’accordo
    è un pò troppo semplice così
    ma lo avete mmai visto uno spettacolo di ulderico pesce?
    e poi dove stanno tutti questi giovani bravi??????????????’
    io non ne vedo così tanti in giro
    che si facciano i nomi di questi geni incompresi!
    la rivolta dei…quadri

  3. says: c.

    parole sante! questa intervista andrebbe in homepage fissa 🙂
    la rivolta dei chiodi, speriamo ci sia davvero presto..