Francesca Sarteanesi, fondatrice degli Omini, firma la regia e la drammaturgia insieme a Tommaso Cheli
Chi è quel buffo personaggio che, tutto rannicchiato, piano piano si alza, apparendo dal buio, illuminato da una luce che ne mostra tutta l’armatura? Di primo acchito, a noi mozartiani incalliti, il pensiero corre a Papagheno, l’Uccellatore del mozartiano “Flauto Magico”, con quelle specie di piume multicolori che lo ricoprono tutto, anche sulle braccia che a volte sembrano timidamente fargli tentare un impossibile volo. Ma ecco che, da questo corpo minuscolo, si sprigiona una piccola voce che, dopo averci fatto aspettare per un po’, ci dice il suo nome: “Marcello”.
Marcello è il protagonista di “Un po’ meno fantasma”, che Tommaso Bianco ha portato in scena per Kronoteatro, con la regia di Francesca Sarteanesi che ne ha scritto il testo con Tommaso Cheli, debuttando a febbraio al Teatro Elfo Puccini di Milano.
Marcello/Tommaso, avendo quasi paura a mostrarsi, non solo sul palcoscenico ma nella vita, che ne è il suo specchio fedele, ci racconta pudicamente di sé, di quel suo volere, sempre vinto dal non volere, di quell’apparire sempre in disparte, dove si può solo immaginare ciò che si vuole, per poi non raggiungerlo mai. Sono sempre fuori contesto, sempre fuori luogo – confesserà ad un certo punto.
Per esempio: quello che dovrebbe essere il suo amore, ovviamente irraggiungibile, non potendolo possedere, si accontenta di accompagnarlo per le sue compere, attendendolo in macchina (in fin dei conti anche questa è una forma d’amore).
Di tutte le persone che circondano Marcello, il pubblico ha la possibilità di ascoltare la voce imperiosa che Bianco, con assoluta proprietà rimodula nei vari accenti con la sua: ecco il maestro di scuola che lo redarguisce perché il ragazzo ha timore di rispondere alle sue interrogazioni, o il padrone di casa che gli raccomanda insistentemente di chiudere bene l’uscio, e ancora il suo grande amico, collezionista di treni, dai toni troppo violenti; o il titolare del suo misero lavoro, dislocato in un luogo così lontano che si può raggiungere solo dopo un’ora e mezza di macchina; infine i numerosi parenti, che lo pungolano sempre stizziti. Tutti lo manovrano, senza mai ricevere la minima contromisura, semmai un timido sorriso.
“Del resto il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare” diceva Don Abbondio.
Eppure Marcello il coraggio lo avrebbe anche, ma ha sempre paura di offendere o contraddire chi ha davanti. L’unica difesa possibile per ridurre il suo grado di trasparenza, per risultare meno fantasma, è quella che a volte usa: mantenere uno sguardo fisso, mediante il quale il suo interlocutore può avere la parvenza, anzi la certezza, che Marcello lo stia in qualche modo ascoltando, e che per non dispiacerlo sia lì con lui, anche se la mente, seppur la sua mente stia volando verso altri lidi.
Per rompere la solitudine, ecco poi il gioco degli specchi nella casa di nonna, dove amava stare, in quella stanza dei vecchi armadi con i numerosi specchi, per avere compagnia di altri Marcello uguali a lui, che avevano la capacità e l’accortezza di ascoltarlo senza mai contraddirlo.
Ma la vita, come accade a ognuno di noi, può riservare anche momenti di gloria e soddisfazione, così come può riservare a volte il contatto con persone gentili, che un po’ ti assomigliano, che sono fuori luogo come te: come il venditore di bottoni che si confida con lui raccontandogli la sua piccola storia di un amore…
Questo è Marcello, sottile e delicato come un fazzoletto di carta che dev’essere usato dolcemente, altrimenti si spezza. Questo è Marcello, di cui restano pochi esemplari al mondo, da tenere in conto come bottoni di madreperla, tanto difficili da trovare.
E quando Marcello finisce di raccontarsi, sempre coperto da quella sottile armatura dai colori sgargianti (realizzata da Rebecca Ihle), così lontani dalla sua natura, si rannicchierà di nuovo, per cercare di non farsi più notare.
Francesca Sarteanesi, con il fido Tommaso Cheli, dopo la moglie di “Sergio” e la giostraia “Nikita” regalano anche a Tommaso Bianco un personaggio assai particolare, come del resto i precedenti, intriso di tenerezza, melanconia e delicatezza, che gli calza a pennello.
E alla fine siamo tristemente d’accordo proprio con Marcello: la sensibilità, in questo triste mondo, non è un dono, ma quasi una condanna.
Un po’ meno fantasma
terzo capitolo del progetto triennale de La libertà dei ciottoli
un progetto di Kronoteatro + Francesca Sarteanesi
ideazione Tommaso Cheli
drammaturgia Tommaso Cheli / Francesca Sarteanesi
regia Francesca Sarteanesi
con Tommaso Bianco
scene e costumi Rebecca Ihle
supervisione progetto Maurizio Sguotti
produzione Kronoteatro, coproduzione Teatro Nazionale di Genova
con il sostegno di PimOff, Spazio ZUT!, L’arboreto/Teatro Dimora, Teatro Libero di Palermo
Visto a Milano, Teatro Elfo Puccini, il 18 febbraio 2025