Va’ pensiero: il teatro-canzone secondo Scena Verticale

Dario De Luca in Và pensiero
Dario De Luca in Và pensiero
Dario De Luca in Và pensiero (photo: Angelo Maggio)
Piccolo e impaurito, coi suoi abiti neri ed eleganti, Dario De Luca, cantastorie contemporaneo che ha fatto del teatro-canzone un modo personale ed originale d’osservare e raccontare la società di oggi, si ripara dietro ad un telo bianco, come per superare una paura che è poi quella degli uomini e donne di oggi, alle prese con una precarietà che confonde e scoraggia.

Comincia così l’anteprima di “Và pensiero che io ancora ti copro le spalle”, atto unico in sei quadri e canzoni di Giuseppe Vincenzi per la regia di De Luca, che supervisiona anche la drammaturgia, presentato durante la quindicesima edizione di Primavera dei Teatri.

Il secondo capitolo del progetto di teatro-canzone intrapreso nel 2012 da Scena Verticale e portato avanti con intelligenza ed ironia da Dario De Luca, raccoglie molti applausi del pubblico perché in quell’omino impaurito è facile riconoscersi. Viene avanti a piccoli passi e incontra gli spettatori, si rivolge a loro in modo diretto per cominciare il suo racconto, illuminato da giochi di luci ed ombre, per dipingere una realtà cinica e talvolta deprimente.

Un uomo del Sud che potrebbe facilmente arrivare da qualsiasi parte di questo Bel Paese, alle prese con un momento storico non tra i più felici, guarda con disincanto ai fatti quotidiani, svelando il velo d’ipocrisia che spesso ci impedisce di dipingerci come realmente siamo.
Vestito di paillette, con un simpatico cappello, De Luca canta e recita fallimenti, bisogni e desideri di un’Italietta fondata su reality, social network e precariato.
Accompagnato alle tastiere da Paolo Chiaia, che gli fa da spalla puntuale in più d’una occasione segnando il ritmo dello spettacolo, Dario De Luca mostra tutte le sue doti d’attore, capace di parlare e guardare al pubblico recuperando un contatto diretto e sincero.

Scivolano leggere le rime di canzoni e brani, recitati e interpretati con piglio divertente e divertito. Tra artisti emergenti e silenti, spesso solo “figuranti nella vita”, il quadro che vien fuori suscita quel riso amaro che costringe a guardare alla realtà delle cose: il lavoro che non c’è, la politica e la crisi della sinistra, la famiglia dissestata, i talent show e i reality per chi non sa far nulla… C’è tanto, forse anche troppo, per uno spettacolo denso di parole che punta sulla leggerezza, senza pretesa di offrire risposte ma piuttosto animato dalla volontà di far sorridere proprio sulle disgrazie dell’uomo medio.

“Va pensiero che io ancora ti copro le spalle” è un progetto musicale di Giuseppe Vincenzi, che grazie alla collaborazione drammaturgica di De Luca rinasce in una veste rimaneggiata per consolidare quel sodalizio manifestato al pubblico con lo spettacolo “Morir sì giovane e in andropausa”, inserendosi però in un percorso più ampio, pensato per dare nuova linfa e rinnovare un genere, il teatro-canzone, reso grande da Giorgio Gaber e Sandro Luperini ma poco abile, in seguito, a reinventrarsi.

I punti di partenza quindi non possono che essere quelli tradizionali del teatro-canzone, ma i nostri tempi necessitano di uno sguardo nuovo, acuto e ironico, offerto in maniera diretta e immediata al pubblico.  
Non resta ora che attendere il terzo capitolo della Trilogia del fallimento, “Parmi veder le lagrime ma è solo un coccodrillo”, per tirar le somme di questa società senza speranze né progetti.

Va pensiero che io ancora ti copro le spalle. Atto unico in 6 quadri e canzoni
di Giuseppe Vincenzi
collaborazione alla drammaturgia: Dario De Luca
con: Dario De Luca
alle tastiere: Paolo Chiaia
audio, montaggio, video e immagini: Gennaro Dolce
programmatore esecutivo, video e luci: Gaetano Bonofiglio
costumi, oggetti di scena e assistenza: Rita Zangario
organizzazione e distribuzione: Settimio Pisano
segreteria: Rosy Chiaravalle
regia: Dario De Luca
produzione: Scena Verticale, Progetto More

duraat: 1h 05′
applausi del pubblico: 2’ 40”

Visto a Castrovillari, Primavera dei Teatri, il 1° giugno 2014


 

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