Abbiamo incontrato Valerio Binasco a casa sua, a Novi Ligure, dove è stato ospite del Festival delle Conoscenze al Museo dei Campionissimi. Una manifestazione che, da anni, ha l’obiettivo di portare grandi figure del teatro ma anche del giornalismo e di altri settori a contatto con i ragazzi delle scuole superiori. Una sorta di grande salone dell’orientamento 4.0 in cui gli studenti hanno l’occasione di chiacchierare con gli ospiti, fare domande, chiarirsi qualche dubbio sul futuro da scegliere.
Binasco è partito proprio da qui, tanti anni fa, e con i ragazzi non si è risparmiato. Visibilmente emozionato ha raccontato con passione la sua predisposizione per un mestiere che definisce come “vocazione”. Dall’oratorio delle Suore del Don Bosco di Novi, dove ha scoperto il teatro per la prima volta, passando per la storica Scuola d’Arte Drammatica I Pochi di Alessandria, dove Ennio Dollfus e altri gli hanno acceso una luce che, altrimenti, sarebbe stata fioca ancora per molto tempo, il direttore dello Stabile torinese ha attraversato le tappe più importanti di una carriera che, prima come attore, poi come regista e direttore artistico, lo ha portato ad un confronto sempre più profondo con sé stesso.
Al termine dell’incontro con i ragazzi abbiamo realizzato questa breve videointervista in cui abbiamo cercato di capire un po’ di più sull’Amleto che, proprio in queste settimane, sta costruendo alle Fonderie Limone di Moncalieri: il suo primo “Amleto”, che terrà a battesimo anche la neonata compagnia stabile Lemon Ensemble (per continuare a parlare di giovani e carriere), sarà in scena a Torino dal 30 aprile al 19 maggio; e siamo tornati, un po’ ironicamente, su quel “rock” che il successore di Martone aveva detto di voler portare allo Stabile.