Dal 14 al 22 ottobre 2011 torna Vie Scena Contemporanea Festival, tra Modena e altri comuni emiliani. Scorriamo insieme il programma della manifestazione
Mancano poche ore alla partenza di Vie, il festival organizzato dal Teatro Stabile regionale dell’Emilia Romagna: nove giorni, da domani 14 ottobre fino al 22, per un palcoscenico allargato fra i teatri di Modena, Carpi, Vignola e quest’anno anche Castelfranco Emilia e Rubiera.
Giunto alla settima edizione, l’impianto di Vie continua ad intrecciare creazioni contemporanee, che declinano la ricerca in pratiche e linguaggi diversi, e a proporre l’incontro con nomi stranieri che altrimenti sarebbe difficile vedere in Italia.
A studiare con attenzione il programma, sembra che ad orientare le scelte sia un bisogno di continuità, per la presenza di artisti cui l’Emilia Romagna Teatro ha dedicato cura e attenzione. Sono molti infatti i nomi che tornano con nuovi lavori dopo essere stati ospiti in passate edizioni, o a cui lo stabile emiliano ha dato sostegno produttivo.
Apre Pippo Delbono con “Dopo la battaglia” e, il 17, con “Amore e Carne”, insieme al compositore e violinista Alexander Balanescu sulle tracce di Eliot, Whitman, Pasolini e Rimbaud.
Altri due debutti imminenti: César Brie, insieme ai giovani attori del percorso di professionalizzazione dell’Ert, presenta “Karamazov”, un libero adattamento dal romanzo di Dostoevskij; torna poi il gruppo Orthographe (i ravennati Alessandro Panzavolta e Angela Volta) con la prima assoluta di “Una settimana di bontà_Stagione 1”, performance che indaga la tele-realtà, intesa come meccanismo di trasferimento delle emozioni reali nella realtà finta del video.
Il linguaggio come terreno di relazione sociale e teatrale è invece al centro di “C’est du chinois”, presentato di recente a Drodesera e in replica a Modena il 14 e 15 ottobre; firma lo spettacolo Edit Kaldor, artista di origine ungherese che il festival di Santarcangelo ospitò nel 2003 e nel 2007.
Esplorare le scene internazionali e creare occasioni di contatto con l’Italia è un punto fermo nella direzione di Pietro Valenti, che quest’anno porta a Vie il debutto europeo di Richard Maxwell, direttore dei New York City Players: il regista e autore statunitense dirige Linda Mancini e Jay Smith in “Vision Disturbance”, opera scritta per la compagnia dalla drammaturga Christina Masciotti, dove il disturbo visivo del titolo è terreno di confronto sul senso del limite fisico e esistenziale.
Per la prima volta nel nostro paese arriva anche la performer spagnola Angelica Liddell, con “Te haré invencible con mi derrata”, un dialogo interiore sulla sofferenza e la morte scaturito dal ricordo della violoncellista Jaqueline Du Pré, scomparsa prematuramente per una malattia incurabile.
All’interno del progetto Prospero, cui l’Ert partecipa dal 2008 per favorire la produzione e la circuitazione su scala europea, si inserisce la prima nazionale di “Racconti africani da Shakespeare”, del regista polacco Krysztof Warlikowski, allievo di Krystian Lupa, collaboratore di Peter Brook, e già Premio Europa Nuove Realtà Teatrali nel 2008.
Con il gruppo di lavoro del Nowy Teater di Varsavia di cui è direttore artistico, Warlikowski ha indagato la condizione di diversità sociale e culturale attraverso le figure di Lear, Shylock e Otello, messe a contatto con l’umanità contemporanea dei personaggi che popolano i romanzi di J.M. Coetzee. Ne è scaturita una creazione di cinque ore, che sarà in scena il 19 e il 20 ottobre.
Di ritorno sui palcoscenici modenesi anche altri stranieri: il regista Alvis Hermanis, che dopo il successo di “Sonja” e la tournèe di “Le signorine di Wilko” presenta “Kapusvētki – Graveyard Party”, dedicato alle usanze baltiche in memoria dei defunti; la danzatrice e coreografa algerina Nacera Belaza, con il duo “Les Sentinelles”, ispirato al “Deserto dei tartari” di Buzzati; il coreografo Toshiki Okada, con “The Sonic Life of a Giant Tortoise”, terza tappa di una trilogia dedicata alla vita quotidiana nel Giappone contemporaneo.
Frutto di tre anni di laboratori con ragazzi tra gli 8 e i 14 anni è “Before Your Very Eyes”, un esperimento nato dalla collaborazione tra il collettivo anglo-tedesco Gob Squad e i belgi Campo: un percorso di esplorazione dell’identità, all’interno di una teca di vetro che svela e custodisce azioni dal vivo e proiezioni video.
All’interno di Prospero si inserisce anche il sostegno al nuovo lavoro del gruppo Menoventi, “L’uomo della sabbia”, ispirato all’omonimo racconto di Hoffmann, che debutta il 15 e il 16 ottobre.
Negli stessi giorni difficile resistere all’attesa per Danio Manfredini, che presenta in anteprima uno studio su “Amleto”, in fase di realizzazione.
Prima assoluta anche per “Grattati e vinci” di quotidiana.com, che conclude la “Trilogia dell’inesistente-esercizi di condizione umana”, cominciata con “Tragedia tutta esteriore” e “Sembra ma non soffro”.
Con “T.E.L.”, in collaborazione con Tempo Reale, Fanny & Alexander porta anche a Vie il progetto ispirato alla figura di Lawrence d’Arabia, indagando le potenzialità sceniche della dislocazione comunicativa, attraverso i medium radiofonico e virtuale. Virgilio Sieni invece si confronta con il mito di Kore, sulla scia della riflessione di Giorgio Agamben, in “La ragazza indicibile”, mentre Claudia Castellucci sola in scena presenta “Il regno profondo”.
Tra il 20 e il 22 ottobre arrivano poi gli episodi Twins e Atalanta di “Francamente me ne infischio”, diretti da Antonio Latella.
Non un debutto bensì il Mucchiomisto Workshop impegna, dal 17 al 22, Daniela Nicolò, Enrico Casagrande, Silvia Calderoni, Andrea Comandini con cinque performer europei e dieci provenienti dall’area nord africana, su storie e testimonianze di trasformazione sociopolitica, all’interno del nuovo progetto dei Motus dal titolo “The Plot”.
Per chi potrà immergersi in Vie, saranno insomma nove giorni intensi: oltre agli spettacoli, l’incontro con Piergiorgio Giacché sull’arte dell’attore, le presentazioni dei libri di Marco De Marinis (“Il teatro dell’altro. Interculturalismo e transculturalismo nella scena contemporanea”) e di Piersandra Mattei (“Fraintendimenti alla lettera. La scena di Richard Maxwell/New York City Players”); la mostra fotografica e la presentazione del volume “Overground – visioni dalla scena performativa italiana”, su Barokthegreat, Helen Cerina, Silvia Costa, Habillé d’eau, MK, Orthographe, Annika Pannitto, Pathosformel, Francesca Proia, Cristina Rizzo ed Eleonora Sedioli.