Alla fine ti chiedi come faccia, Natalia Casorati, a tessere tutti questi legami rendendo gli spettacoli solo la punta dell’iceberg dell’intero festival.
Perché anche quest’anno Interplay sarà il risultato di una tessitura dalla trama estremamente variegata, rappresentando davvero ciò che in conferenza stampa, lunedì al Circolo dei Lettori, è stato sottolineato come punto nodale per una città come Torino: valorizzare il locale trasfondendosi con il globale.
E lei, che per tutto l’anno non si ferma mai, saltando da un network della danza all’altro, da una nazione all’altra, ci è riuscita anche quest’anno.
Ecco allora, grazie proprio a reti e piattaforme europee, un programma denso di presenze straniere: è il caso della serata di apertura, mercoledì 21 maggio, che vedrà protagonisti prima Roy Assaf con “The Hill”, e a seguire il ritorno di Sharon Fridman (in prima nazionale con “Caìda Libre”), che si alterneranno sul palco del Teatro Astra per un debutto targato Israele: “Sì, perché alla fine questi danzatori hanno qualcosa che mi colpisce sempre” rivela Casorati in conferenza stampa.
In realtà sarà un debutto mesciato: i sei danzatori di Fridman si uniranno infatti ai 15 performer da lui selezionati attraverso una scuola di danza torinese, per dar vita a uno spettacolo sulla sopravvivenza.
Nella speranza che replichi il successo della passata edizione (aperta con “¿Hasta dònde…?”), chi “sopravviverà” avrà modo di incontrare, fra le presenze straniere, anche Itamar Serussi con “Mono”, altro debutto nazionale e altro legame con Israele, oltre al coreografo e danzatore norvegese Ludvig Daae con il solo “MM”, grazie a cui si è fatto conoscere in giro per l’Europa.
E, ancora, Jasper Van Luijk al debutto in Italia con “Quite discontinuous”; mentre dalla Francia arriveranno sia Teilo Troncy che i Retouramont, protagonisti di una performance ‘verticale’ al Museo di arte contemporanea di Rivoli il 7 giugno, giornata di chiusura del festival.
La Spagna sarà rappresentata da Entomo EA&AE, duo di danza urbana in cui i giovani coreografi Elìas Aguirre e Álvaro Esteban mescolano le rispettive esperienze artistiche per ricreare movimenti simili a quelli degli insetti. Ma ci sarà anche Jordi Vilaseca con “5/Five”, incontro tra break dance, danza contemporanea e contact.A chiudere la panoramica di artisti internazionali abbiamo lasciato due performer davvero eclettiche: la canadese Sarah Bronsard, che a Interplay presenterà la performance “Ce qui èmerge aprés (4 Kg)”, inusuale incontro tra flamenco, danza contemporanea, composizioni elettro-acustiche e robotica; e Jo Fong, regista, coreografa e performer che lavora tra danza, cinema, teatro e arti visive, che arriverà a Torino con “Dialogue – A double Act”, riflessione sul nostro modo di comunicare.
Veniamo ora alle presenze nostrane, visto che da sempre Mosaico Danza, in questo continuo scambio con le piattaforme di danza estere, punta anche a far crescere i talenti italiani e ad offrir loro occasioni per farsi conoscere in ambito internazionale (ricordato più volte il caso di Ambra Senatore e ora, “in corso d’opera”, quello di Daniele Ninarello).
Tornano quindi anche quest’anno Andrea Gallo Rosso e Manolo Perazzi, Tecnologia Filosofica e lo stesso Ninarello, quest’ultimo impegnato in un progetto realizzato in collaborazione con Belfioredanza che vedrà non lui ma dieci interpreti in scena al Castello di Rivoli per “E/motion. Attraverso le sensazioni”.
Ospiti di Interplay saranno anche Giulio D’Anna, Cristina Rizzo, Giorgia Nardin, la compagnia MK di Michele Di Stefano, Daniele Albanese, Giovanni Leonarduzzi, Sara Marasso e Manfredi Perego, recente vincitore del Premio Equilibrio.
Formula utilizzata anche quest’anno è l’unione di più spettacoli per ogni serata: “Così da abbinare artisti più giovani ad altri già più famosi” spiega Casorati. Che punta molto anche alla due giorni dedicata agli addetti ai lavori e ai giovani studenti del settore: “Il pomeriggio del 29 maggio, alla Scuola Holden, si terrà una lezione aperta sulla drammaturgia della danza con la dramaturg, produttrice e giornalista olandese Moos van dan Broek, mentre il pomeriggio del 30, nel laboratorio multimediale Quazza dell’Università, si terrà un incontro tra operatori nazionali ed esteri su network, processi creativi e residenze coreografiche. Una giornata di studio con ospiti internazionali per capire come funzionano le piattaforme europee e come monitorano gli artisti e le possibilità che hanno le compagnie di circuitare”.
In tutto questo si situa anche il progetto curato da Klp Youngest Critics for Dance – YC4D, al suo secondo anno di vita, che mira a coinvolgere gli studenti del Liceo Alfieri di Torino in un avvicinamento ai linguaggi della danza contemporanea, per la formazione del giovane pubblico, indispensabile per il futuro della scena; un progetto che vede ora il suo momento più intenso e anche conclusivo, durante tutto Interplay, cui i ragazzi parteciperanno, ma che aveva debuttato già ad ottobre coinvolgendo le stagioni di Torinodanza, Palcoscenico Danza e i Punti Danza di EgriBiancoDanza.
Come si diceva all’inizio, le opportunità di fruire del festival saranno davvero molte. Perché Interplay prevede anche workshop di danza con gli artisti, appuntamenti extra in collaborazione con altri circuiti come Piemonte dal vivo e Torinodanza, dj set, time break fra gli spettacoli, ma soprattutto coproduzioni e scambi che coinvolgono sì numerosi partner esteri, ma anche tante realtà locali, per creare davvero una sinergia d’intenti.
“Lo sforzo all’internazionalità è ciò che ci contraddistingue – è il parere dell’assessore alla Cultura della Città Braccialarghe – Torino punta a partnership internazionali per far conoscere la città e i suoi artisti migliori”.
“Gli interscambi e l’internazionalizzazione sono modalità vincenti di lavoro – ribadisce anche Gigi Cristoforetti, direttore artistico di Torinodanza – Modalità che permettono una permeabilità fra il territorio cittadino e quello europeo”.
E Interplay, che porterà a Torino 70 giovani artisti dall’Italia e dal mondo in poco più di due settimane, in questo è un esempio, perché, come sottolinea Casorati: “La danza contemporanea si butta nell’attualità, sopravvive, sfida i limiti fisici, esplora i propri confini, esaltando le collaborazioni e il progettare comune per raccontare il mondo contemporaneo attraverso nuove estetiche e nuovi sguardi”.