Invito di Sosta – che accoglie al suo interno anche Paola Bianchi (Torino), Maya Brinner (Israele), compagnia zappalà danza (Catania), Cuenca Lauro (Berlino), Roberto Castello (Lucca), Silvia Mai (Verona), Eleonora Chiocchini (Perugia) – fa parte di un progetto per lo sviluppo sul territorio di un centro di rilevanza per la danza contemporanea promosso da Sosta Palmizi e sostenuto dal Comune di Arezzo.
Proprio questa partnership, avviata nel 2012, sembra essere un segnale di speranza in un quadro desolante: è di questi giorni la notizia di un ulteriore taglio di 21 milioni di euro al Fus, Fondo Unico per lo Spettacolo, che dai 527 milioni del 2001 scende così a quota 389,8.
Eppure, proprio l’espressione attraverso la danza di diversi “punti di vista e letture poetiche sul vivere quotidiano”, come si legge sul foglio di sala, sono tanto più necessari quanto più viviamo un momento di crisi culturale ed economica.
“Olga”, l’assolo di Florencia Demestri, artista argentina che vive e lavora a Bruxelles e che per tre anni ha studiato all’Ecole supérieure des arts du cirque, è un lavoro dedicato al “sogno cosciente”, all’alterazione percettiva, alla distorsione dei parametri spazio-temporali.
Una donna, arrampicata su vertiginosi tacchi a spillo e stretta in una blusa rossa abbottonata fino al collo, guadagna il palcoscenico a partire dalla platea. Qui, insieme con noi, all’aprirsi del sipario scopre un oggetto, un totem enorme, indefinibile, oscuro: potrebbe essere un cumulo di spazzatura o una scultura plastica, non si capisce ancora, così come non si capisce se questo oggetto sia inerte oppure capace di muoversi.
I due esseri si fronteggiano, e la donna comincia a perdere la sua statuaria rigidità: il corpo si deforma, si disarticola, assume forme strane, non riconoscibili, immediatamente inquietanti. Caviglie, spalle, gomiti e polsi si distorcono, secondo il principio dell’andare “ancora più lontano” da quello che ti aspetti, da quello che credi sia possibile. E il rapporto col mostro, con Olga (anagramma dello spagnolo ‘algo’, cioè ‘qualcosa’), diventa duplice, di attrazione e repulsione, desiderio e paura, finché la donna, che stava per sfuggirgli, non scompare all’interno del ‘qualcosa’, e da questo è ferocemente, voluttuosamente divorata.
Come confida la stessa Florencia Demestri al termine dello spettacolo (la rassegna prevede un incontro del pubblico con gli artisti al termine dello spettacolo), quello che era nato come assolo è diventato così un perturbante dialogo con un “mostro” che potrebbe appartenere tanto al mondo oggettivo che a quello interiore dell’artista, e di noi che guardiamo.
A questo breve assolo segue il più complesso “Birding” di Company Blu, compagnia di teatro-danza fondata nel 1989 a Sesto Fiorentino da Alessandro Certini e Charlotte Zerbey, che fin dal 1979 hanno condotto in Europa una ricerca artistica che li ha portati ad interessarsi al rapporto tra danza e musica dal vivo e alla Contact Improvisation.
“Birding” è il primo passo di un progetto più ampio, “Animal art”, che indaga “le forme segrete e inaccessibili della vita in natura”.
I quattro danzatori, Massimiliano Barachini, Claudia Catarzi, Alessandro Certini, Charlotte Zerbey, creano un lavoro estremamente aereo, rarefatto, eppure denso di echi e risonanze. Sul palco vuoto, la pura relazione tra corpi, luce e spazio dà vita ad un universo di significati metaforici, anche grazie all’avvolgente intrico di suoni e vocalità (appartenenti ai danzatori stessi) creato da Spartaco Cortesi. Una vera e propria foresta sonora nella quale, a partire dal tema del “volo”, questi corpi si riuniscono e si disperdono, si incontrano e separano, percorrono lo spazio e trovano improvvise immobilità, pause di presenza condensata in cui davvero sembra balenare un mondo “altro”, un “al di là”.
Questo quartetto sospeso tra terra e cielo può così suggerire temi assoluti come la separazione e il distacco, la vita e la morte, a partire da movimenti e suoni nati dall’osservazione degli uccelli e dall’ascolto dei loro canti: l’esperienza fisica del mondo animale diventa un trampolino per toccare, attraverso la danza, una dimensione non immediatamente percettibile, l’Invisibile, tanto evocato in teatro. Per far questo, la stessa Charlotte Zerbey rivela come il 40 per cento dello spettacolo sia fondato sull’improvvisazione, sul non sapere cosa accadrà, chi si allontanerà per primo, chi interromperà la pausa. Il lavoro cioè non è rigidamente codificato, ma rimane e rimarrà sempre parzialmente aperto: alla casualità, all’imprevedibilità dell’incontro e dell’abbandono, e dunque, in una parola, al mistero.
”Birding” è così la prima tappa di una ricerca sull’istintualità (animale) e sulla dimensione simbolica e universale della danza che promette di essere significativa e molto proficua.
Prossimo appuntamento di Invito di Sosta sarà con “Carne Trita” di Aldes (Roberto Castello), il 17 marzo, sempre al Teatro Mecenate di Arezzo.
OLGA
di e con: Florencia Demestri
musica: Florencia Demestri
parere esterno: Samuel Lefeuvre
produzione: Log asbl/Bruxelles Bio
durata: 20‘
applausi del pubblico: 48‘’
BIRDING
ideazione: Charlotte Zerbey
danza e voce: Massimiliano Barachini Claudia Catarzi Alessandro Certini Charlotte Zerbey
partitura musiche: Spartaco Cortesi
luci: Leonardo Bucalossi
collaborazione: Matteo Siracusano
produzione: Company Blu con il contributo di MIBAC e Regione Toscana
durata: 38‘
applausi del pubblico: 1’ 10’’
Visti ad Arezzo, Teatro Mecenate, il 10 febbraio 2013
Invito di Sosta. Appuntamenti con la danza contemporanea d’autore