Tutto (o quasi) è pronto per l’esperimento di creare a Spoleto un grande festival fringe che accolga cento compagnie – per complessivi 300 artisti – durante il corso di tutta l’estate: da domani, sabato 30 giugno, fino al 15 settembre.
Un progetto ambizioso, e del resto l’aver avuto ospiti a Spoleto, a inizio mese, le direttrici dei Fringe festival di Edimburgo e Amsterdam, in un gemellaggio più che virtuale, starà pure a significare che le cose hanno deciso di farle in grande.
Il progetto è realizzato in collaborazione con La Mama E.T.C., lo storico teatro newyorkese fondato da Ellen Stewart, e sostenuto da Comune di Spoleto e Regione Umbria. Grazie anche all’impegno di Vincenzo Cerami, qui nella sua veste di assessore alla Cultura, è così stato attivato un ponte con i due Fringe per, acquisiti i modelli, riproporne una nuova versione “nostrana”.
Le compagnie dell’edizione 2012, italiane e straniere, sono state selezionate tramite un bando: delle 300 richieste pervenute ne sono state scelte 100, che proporranno teatro, musica e arti visive in diversi luoghi della cittadina umbra.
Buttiamoci allora subito su un po’ di nomi: dai milanesi Quelli di Grock (con “Caos Remix”) a Carrozzeria Orfeo, da Daniele Bonaiuti e Silvia Frasson “In nome del popolo sovrano” a Matteo Latino, da OHT a Motus Danza e Sanzaconfinidipelle. E poi ancora Odemà, Stefano Giannotti e Giacomo Verde, La Capra Ballerina Puppet Theatre, che non conosciamo ma il cui nome è divertente, e tanti, tanti altri… l’estate è lunga e l’elenco pure!
Saranno invece Stephan Koplowitz e Johnn King – pluripremiati all’estero e per la prima volta in Italia – a inaugurare La Mama Spoleto Open, presentendo il progetto di danza ‘site specific’ Stabile/Mobile (domani 30 giugno e 1° luglio). Sarà un omaggio alla mostra Sculture in Città, che nel 1962 trasformò Spoleto in una galleria a cielo aperto con le opere di artisti come Arnaldo Pomodoro, Henry Moore o Alexander Calder, il cui “Teodelapio” svetta ancora davanti alla stazione di Spoleto.
Per celebrare i 50 anni dall’evento, Palazzo Collicola Arti Visive, diretto da Gianluca Marziani, propone “+ 50 Sculture in città”: le opere di 54 artisti italiani e stranieri saranno esposte dentro il museo e in 21 punti strategici del centro storico. Sarà intorno alle sculture del 1962 e alle nuove proposte di Palazzo Collicola che Stephan Koplowitz e John King realizzeranno le loro performance. In scena un gruppo di danzatori italiani e stranieri che hanno partecipato a un laboratorio con i due artisti a Spoleto.
Una parte essenziale del programma sarà infatti dedicata alle residenze artistiche, che mirano a fare di Spoleto un importante polo di produzione internazionale.
Oltre a Kolpowitz e King, questa sezione ospiterà Neil La Bute, già vincitore della Palma d’oro al Festival di Cannes, che insieme a Marco Calvani lavorerà al progetto “Author directing Author”, in scena nel Teatrino delle Sei per il Festival dei 2Mondi.
Attesi anche John Moran, compositore e performer americano (considerato il protegé di Philipp Glass); Kwesi Jhonson, danzatore inglese che lavora sulla contaminazione fra forme colte di danza contemporanea, teatro fisico e hip hop; Elizabeth Swados, compositrice, scrittrice e regista americana che ha firmato molte hit di Broadway. E poi il musicista e antropologo colombiano Luis Fernando Franco Duque, che ha lavorato per i principali festival in Colombia e a Cuba, che presenterà un concerto multimediale contaminando strumenti tradizionali e nuove tecnologie. Atteso anche il giovane coreografo di origini iraniane, Afshin Vardjastandi insieme al suo collettivo Innprogress cru con sede a Perugia. Da New York arriverà invece la compagnia Monk Parrot, diretta dal regista e drammaturgo Luke Leonard.
Un progetto speciale di residenza sarà SpoletoLab/ReteDanza, curato dal Balletto di Spoleto. Un vero e proprio circuito tra compagnie dotate di uno spazio performativo che si scambiano periodi di residenza, prove o presentazione degli spettacoli. Quest’anno, oltre al Balletto di Spoleto, si esibiranno Cie Twain, John Zullo/Raw Dance, Mandala Dance Company, Transithearth Dance, Gruppo E-Motion, Vera Stasi, Arti Illesi, e Duncan 3.0.
“Vogliamo creare a Spoleto un caos per risvegliare le persone – aveva auspicato Vincenzo Cerami alla conferenza stampa di presentazione del fringe spoletino – Un caos fatto di teatro giovane che rivitalizzi anche il pubblico. È solo il primo seme, ma se ci crediamo, potrà nascere qualcosa di proficuo e produttivo. Spoleto potrebbe diventare la vetrina mediterranea del nuovo teatro mondiale, e ci sarebbe l’opportunità per molte compagnie giovanili del Paese di inserirsi nel mercato internazionale”.
“Non diamo rimborsi spese alle compagnie, ma offriamo vitto e alloggio mentre saranno a Spoleto [in un luogo che val la pena di scoprire, ndr] – ha precisato Andrea Paciotto che è tra i curatori dell’organizzazione – “Per questo il nostro sforzo sarà di creare scambi tra gli artisti che siano per loro fruttuosi”.
E per le migliori performance sono anche stati pensati quattro premi (Spoleto creativa, Spoleto open, Rossobastardo e premio del pubblico), il tutto nell’ottica – fortemente sostenuta da Vincenzo Cerami – che per il La Mama Spoleto Open non sia che l’inizio di un lungo percorso.