Un magma di corpi tenuti insieme da un magnetismo intrinseco, profondamente diversi ma con una sottile qualità che li accomuna; fra loro spazi che, appena creati, vengono riempiti, vicinanze che non diventano mai contatto ma a volte solo deviazione di materia.
Il magma si trasforma in continuazione, aprendo respiri e spazi, spingendo il ritmo o rallentandolo, sempre sorprendendo l’attenzione nei cambi di tempi e di luogo. Una narrazione sottende al tutto, ma mai raccontata, impalpabile, lasciata all’intuizione dell’emozione, sicché alla fine sembra di aver letto un libro attraverso tutti i capitoli della sua storia, anche se non si hanno le parole per dire che storia sia.
Si conclude all’Arboreto di Mondaino, con questa bellissima performance, “Magnetica”, secondo movimento di “Pneuma” (di cui avevamo già parlato), il progetto inedito nato dall’incontro e dallo scambio tra l’esperienza scenico-compositiva della coreografa Simona Bertozzi e le prospettive teoriche tracciate dallo studioso Enrico Pitozzi. Una nuova tappa che ha anche ospitato le architetture di luce di Antonio Rinaldi.
Sei intensi giorni di lavoro tra pratica e teoria, strettamente connesse e interdipendenti, così come strettamente connessi e interdipendenti sono il corpo e il pensiero in quella che possiamo definire “la bella danza”.
Vi lasciamo oggi alla videointervista a Simona Bertozzi ed Enrico Pitozzi realizzata proprio a Mondaino.